Tempio di Kom Ombo, Tempio di Philae e Tempio di Edfu

Tempio di Kom Ombo, Tempio di Philae e Tempio di Edfu

Costruito tra il 1350 e il 180 a.C. sotto il mandato di Ramses II, il Tempio di Kom Ombo sorge sulle sponde del Nilo, nei pressi dell’omonima cittadina. 

La divinità a cui è dedicato il tempio è Sobek, un dio dalla testa di coccodrillo e il corpo umano, dal temperamento aggressivo e feroce che però veniva invocato anche come forza protettrice contro i pericoli del Nilo. Successivamente, durante il Medio Regno cominciò a essere associato al dio della regalità, Horus, assicurandogli un ruolo di notevole importanza nel pantheon egizio. All’interno del Tempio di Kom Ombo si può visitare la cappella di Hator, divinità femminile della bellezza e dell’amore, in cui si trovano alcune mummie di coccodrillo molto ben conservate

Il Tempio di Philae riveste una gran importanza per gli egizi perché, secondo la leggenda, quando Osiride fu assassinato dal fratello, che sparse poi le sue membra per tutto il paese, Iside, la sua amata sposa, li raccolse e si rifugiò sull‘isola di Philae per ricomporre il corpo dell’amato.

Sull’isola si possono trovare numerose costruzioni di grande valore, come il Tempio di Hator o la Porta di Traiano, anche se il più stupefacente è il tempio dedicato a Iside. Oggi il tempio di Philae non si trova più sull’Isola di Philae: dopo la costruzione della diga di Assuan, infatti, fu sommerso dalle acque. Per fortuna, dopo essere stato smontato, fu spostato nella vicina isola di Agilkia.

Dedicato al dio Horus, il Tempio di Edfu è uno dei più grandi dell’Egitto, secondo solo al Tempio di Karnak e uno dei meglio conservati.

Le pareti del tempio sono ricche di iscrizioni che offrono una gran quantità di informazioni riguardo all’epoca in cui fu costruito. Quando i culti non cristiani furono proibiti nel 391 d.C., il Tempio di Edfu fu attaccato dai cristiani, che danneggiarono gran parte dei suoi bassorilievi, nel tentativo di cancellare le immagini religiose che vi erano raffigurati. Nonostante tutto, si è conservato in prefetto stato grazie al fatto che rimase sepolto sotto oltre 12 metri di sabbia del deserto durante anni. 

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