Porta Palatina

Porta Palatina

La Porta Palatina era una delle quattro porte d’accesso a Iulia Augusta Taurinorum, la Torino all’epoca dei Romani.

La Porta Palatina venne edificata tra la fine del I secolo d. C. e l’inizio del II secolo d. C., durante l’età augustea.

Torino venne fondata dai Romani tra il 25 e il 15 a.C. e fu costruita seguendo i tradizionali canoni dell’urbanistica romana: un reticolo quadrangolare di strade perpendicolari tra loro, circondato da una cinta di mura.

L’accesso alla città era garantito da quattro porte monumentali, una per ogni lato della fortificazione, all’estremità delle due strade principali della città:

  • il decumano massimo, corrispondente all’odierna via Garibaldi
  • il cardo massimo, coincidente con le attuali via San Tommaso e via Porta Palatina

La Porta Palatina era quella del lato settentrionale, verso la strada per Mediolanum (l’antica Milano) e Ticinum (oggi Pavia).

Le due statue bronzee raffiguranti l’imperatore Augusto e Giulio Cesare non sono originali romani, ma risalgono al 1934.

La denominazione attuale della Porta Palatina risale all’Ottocento e si ricollega al nome che la porta assunse nel XIII secolo: Porta Palacii (letteralmente “Porta del Palazzo”).

Secondo queste testimonianze, i duchi longobardi e i conti franchi stabilirono la loro sede ufficiale proprio nella zona della porta romana. La Porta Palatina si chiamerebbe quindi così per la vicinanza al loro palazzo.

La porta mantiene a lungo la sua funzione, anche se sembra sia stata trasformata in castrum già nell’XI secolo.

Le ristrutturazioni settecentesche e il completamento della nuova cortina difensiva modificano radicalmente l’assetto urbanistico dell’area e la porta perde il suo ruolo di via di accesso alla città. Nel 1724 il re Vittorio Amedeo II cede la porta e gli edifici che nel tempo le si erano addossati al comune, che trasforma il complesso in carcere.

Nel 1872, con l’entrata in funzione delle Carceri Nuove, è possibile passare all’attuazione completa del progetto di restauro, realizzando anche un edificio destinato ad ospitare aule scolastiche addossato alla facciata interna.

Nei primi anni del Novecento si decide di procedere alla completa liberazione del monumento antico, demolendo tutte le strutture posteriori e scavando l’area del cavaedium.

I lavori vanno avanti a lungo e in maniera discontinua fino allo scoppio della prima Guerra Mondiale. Nel 1935 si avvia un nuovo cantiere di restauro, ma anche questa volta i lavori, nel corso di molti decenni, non giungono a conclusione.

Negli anni Novanta la Porta Palatina viene nuovamente restaurata, sia nelle parti originali, sia in quelle relative agli interventi settecenteschi.

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