Il Vittoriale degli Italiani

Il Vittoriale degli Italiani

Il Vittoriale degli Italiani è un complesso di edifici, vie, piazze, un teatro all’aperto, giardini e corsi d’acqua eretto dal 1921 a Gardone Riviera, sulle rive bresciane del lago di Garda, da Gabriele d’Annunzio con l’aiuto dell’architetto Gian Carlo Maroni a memoria della “vita inimitabile” del poeta-soldato e delle imprese degli italiani durante la Prima Guerra Mondiale.

L’ingresso del Vittoriale presenta un portale a due arcate con una nicchia al centro che ospita una piccola fontana e la scritta dannunziana: “Dentro da questa cerchia triplice di mura, ove tradotto è già in pietre vive quel libro religioso ch’io pensai preposto ai riti della patria e dai vincitori latini chiamato il Vittoriale”.

Un timpano con il celebre motto dannunziano “Io ho quel che ho donato” suggella l’entrata del Vittoriale e funge da monito ai visitatori.

Il Teatro all’aperto è uno dei luoghi che il Poeta ha voluto e progettato insieme a Maroni a partire dal 1931, quando l’architetto si recò a Pompei per studiare la struttura del Teatro Grande.

La Prioria, ovvero la casa del Frate priore come amava definirsi d’Annunzio, presenta una facciata ispirata al Palazzotto aretino del Podestà.

Nel parco vi è l’hangar che ospita il MAS 96 (motoscafo antisommergibile) utilizzato da d’Annunzio durante la celebre Beffa di Buccari, l’impresa compiuta insieme a Costanzo Ciano e Luigi Rizzo nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918 ai danni delle navi austriache nel porto di Buccari (oggi in Croazia). Dal punto di vista militare l’azione fu del tutto irrilevante perché le navi austroungariche protette efficacemente dalle reti anti-siluro non riportarono alcun danno materiale, ma dal punto di vista mediatico fu un successo importantissimo. Dal punto di vista psicologico D’Annunzio ebbe un ruolo fondamentale nel propagandare l’impresa che ebbe grande diffusione e contribuì a risollevare il morale dell’esercito italiano impegnato sul Piave.

Nel Mausoleo riposa Gabriele d’Annunzio circondato dai suoi fedeli compagni, tra i quali anche l’architetto Gian Carlo Maroni.
Il progetto del Mausoleo è concepito sul modello dei sepolcri a tumulo romani: tre gironi in pietra, dedicati alla Vittoria degli Umili, degli Artieri e degli Eroi, sorreggono le arche in marmo di Botticino, dono della città di Vicenza, che circondano quella del Comandante posta al centro e sul punto più alto.

La Regia Nave Puglia fu incastonata per volere di d’Annunzio nel parco del Vittoriale con la prua rivolta verso l’Adriatico, a ricordo del suo capitano Tommaso Gulli, morto nelle acque di Spalato nel 1920.
La nave giunse smontata a Gardone su 20 vagoni ferroviari e in seguito rimontata nella collina.

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